Trattato sull’uso delle essenze legnose italiane nella liuteria classica e loro riutilizzo oggi
di Fabio Chiari
e Marco Pieri

Edizione italiana, 114 pagine
(ISBN-13 979-8313328249 – ASIN B0DZTD677D)
Quali specie legnose hanno usato i grandi maestri della liuteria italiana classica dal ‘500 in poi?
Perché specie tipiche italiane quali l’acero campestre, il pioppo nero, il salice, il ciliegio e il pero, ma anche l’abete bianco e il cipresso, usate in antichità per la costruzione degli strumenti ad arco dal violino al contrabbasso sono state abbandonate?
Le fabbriche di strumenti musicali nate in Francia e Germania nell”800 hanno imposto la standardizzazione non solo dei modelli e delle dimensioni, ma anche delle specie legnose utilizzabili, indirizzando la selezione unicamente verso l’abete rosso a venatura stretta, l’acero di monte marezzato e l’ebano, con la conseguente esclusione della naturale varietà di forme e soluzioni che circolavano in Italia fino alla seconda metà del ‘700.
Questa lettura permette di riscoprire il modo di lavorare dei grandi maestri liutai grazie anche ad esempi di strumenti classici costruiti con essenze legnose ormai inconsuete, liberando così l’approccio alla liuteria da falsi preconcetti ed errate credenze.